Domestic Violence and Abuse as a Abstract

La violenza contro le donne è una seria violazione dei diritti umani. L’emergenza di sanità pubblica da COVID 19 ha aggravato una situazione già difficile a livello mondiale; si parla di “Pandemia nascosta” ovvero l’inasprirsi della violenza del partner a seguito della più visibile pandemia. In Italia a una iniziale diminuzione di segnalazioni per la chiusura dei centri antiviolenza (CAV), segue un marcato aumento tramite i canali online rimasti aperti. Sia l’indagine VIVA sui 335 CAV che i dati ISTAT (maggio 2020) evidenziano un aumento dei contatti al numero nazionale antiviolenza tra 1° marzo e 16 aprile pari al 73% in più sullo stesso periodo 2019 con un incremento del 59% di vittime che chiedono aiuto. Le richieste aumentano soprattutto in Toscana: le chiamate motivate dalla richiesta di aiuto sono, seppure in un periodo limitato, una cifra significativamente attestandosi a 1153. Purtroppo, alla segnalazione non segue la denuncia.

Il progetto PANGEA vuole anzitutto misurare tipologia, prevalenza, intensità della violenza durante l’emergenza e post-emergenza, esplorare le criticità del sistema di individuazione/presa in carico delle vittime coinvolgendo gruppi di interesse (vittime di violenza di genere afferenti a CAV e Percorso Codice Rosa, operatori sanitari del P. S. e Percorso Codice Rosa, operatori CAV, medici medicina generale, farmacisti, assistenti sociali e operatori dei servizi territoriali di salute mentale) e attraverso le percezioni della popolazione generale. Successivamente, analizzare il peso specifico dei fattori economici, sanitari e psico-sociali associati/scatenanti gli episodi di violenza, indagare i fattori protettivi che hanno consentito alle donne di segnalare rischi potenziali/in atto attraverso il numero dedicato.

Si prevedono indagini sulla popolazione femminile, interviste a testimoni privilegiati, focus group di professionisti che con mansioni differenti hanno un ruolo chiave nell’identificazione, presa in carico e tutela giuridica delle vittime. Si tratta di metodi partecipativi con i quali verificare l’impatto psico-sociale ed economico del lockdown/distanziamento sociale rispetto all’aumento della violenza di genere, effettuando un’analisi multilivello del grado di implementazione di politiche di presa in carico, individuazione, prevenzione a livello regionale nonché una valutazione dell’appropriatezza ed efficacia rispetto ai mutamenti socio-economico-sanitari conseguenti alla pandemia.

Le ricadute attese del progetto consistono nell’incremento della consapevolezza della violenza di genere nel periodo pandemico, attivazione di nuove strategie di valutazione, intervento precoce, prevenzione, protezione e accoglienza delle vittime che in una fase epidemica sono particolarmente esposte al pericolo per la prolungata condivisione degli spazi abitativi con il partner violento.